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Nel nostro territorio la calcolosi costituisce una delle patologie più frequenti. E’ una patologia complessa che richiede uno studio accurato e multidisciplinare.
I professionisti coinvolti sono il nefrologo per lo studio accurato della funzionalità renale, l’urologo per la valutazione interventistica, il nutrizionista per lo studio metabolico della tipologia della calcolosi e la eventuale correzione della dieta
La diagnosi di calcolosi urinaria prevede come primo step sempre l’ esecuzione di ecografia renale e vescicale che poi può dover essere confermata con esame radiologico TAC
Litiasi Renale
I calcoli renali, pelvici o caliciali di dimensioni superiori al centimetro in genere non riescono a migrare verso il basso incuneandosi nell’uretere. Se non rimossi e se persistono le condizioni litogene tendono ad ingrandirsi fino ad occupare “a stampo” una parte delle cavità intrarenali, o, a volte, l’intero sistema della pelvi renale o dei calici (calcolosi coralliforme).
Litiasi Ureterale
La calcolosi primitiva dell’uretere è rara, poiché la mucosa dell’uretere viene continuamente “lavata” dall’urina in transito. Può essere provocata da una condizione di ostruzione dell’uretere (ureterocele, ectopia ureterale, stenosi o neoplasie) con stasi urinaria. Molto più frequentemente il calcolo ureterale origina nel rene, migra verso la vescica e lungo l’uretere può arrestarsi soprattutto a livello dell’incrocio dei vasi iliaci o nel tratto intramurale. Se ciò avviene, si producono modificazioni patologiche della parete e dell’apparato urinario a monte, di grado variabile e proporzionale all’entità e alla durata dell’ostruzione ed all’eventuale presenza di infezione.. Il quadro clinico della calcolosi ureterale è quello della classica colica reno-ureterale. Non è raro osservare, a distanza di alcune ore o di alcuni giorni dalla insorgenza degli episodi colici, l’espulsione spontanea del calcolo o di suoi frammenti. Altrimenti in prima istanza si ricorre al “Bombardamento”.
Quando all’urostasi da litiasi ureterale si associ la urosepsi, si impone la decompressione chirurgica tramite derivazione urinaria, con un adeguato tempismo, parametro che più condiziona la sopravvivenza del paziente. Si può andare da un cateterismo vescicale ambulatoriale, al cateterismo endoscopico reno-ureterale, meglio noto come stentaggio, da eseguire sempre in sala operatoria sotto monitoraggio anestesiologico. Come si può facilmente dedurre, la gestione di questa grave e potenzialmente fatale condizione vede quindi spesso coinvolti, oltre al team Urologo-Infettivologo, anche i Colleghi, Radiologi e Nefrologi e spesso Rianimatori.
Litiasi Vescicale
Può essere distinta da un punto di vista nosografico in una forma da migrazione, dove il calcolo di origine renale, disceso in vescica e non espulso in tempo utile, funge da nucleo litogeno, sul quale si stratificano successivamente concrezioni litiasiche che lo accrescono e ne modificano la struttura e la composizione e in forme a genesi vescicale distinte in primitive, endemiche e secondarie. Nella genesi della litiasi a partenza vescicale di tipo secondario giocano un ruolo causale diversi fattori quali la ritenzione urinaria, l’infezione, i corpi estranei endovescicali, le parassitosi. In presenza di stasi e di infezione, la litogenesi vescicale è governata da leggi chimico-fisico-biologiche del tutto simili a quelle che regolano la litogenesi da infezione. Questa litiasi colpisce maggiormente il sesso maschile (95-98% dei casi) più esposto a patologie di tipo ostruttivo e nel 60-70% dei casi si manifesta tra i 40 e i 70 anni.
L’urologo è lo specialista che si occupa della prevenzione e trattamento della calcolosi urinaria sia conservativamente con il trattamento di litotrissia extracorporea (“bombardamento dei calcoli”), sia del trattamento endoscopico. Il Dott. Andrea Boni ha maturato esperienza in questo campo presso la Clinica Urologica di Perugia, propostro come centro di riferimento regionale per la calcolosi urinaria